TdV 7-W.I.P.: mostra fotografica The Eye of the Beholder

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articolo di: Elisabetta Viola

Il 12 aprile si è tenuta l’inaugurazione della mostra The Eye of the Beholder presso Aspecifico atelier Myriam B in collaborazione con Fondazione Volume!

La storia dei sette anni di Teatri di Vetro Festival è narrata in questa mostra attraverso sette fotografie accuratamente selezionate da Eva Tomei.

Fotografi:

Enea Tomei

Federico Ridolfi

Giuseppe Distefano

Paolo Porto

Dove: Aspecifico atelier Myriam B

Quando: 12 aprile 2013

Info: sito Teatri di Vetro

 

Ideato e nato a cura di Triangolo Scaleno Teatro, Teatri di Vetro è luogo di ricezione e di diffusione delle realtà artistiche più interessanti del contemporaneo che avviene attraverso il contatto diretto con gli artisti, il sostentamento dei loro progetti e un lavoro di documentazione fotografica delle arti sceniche attuali.

Quest’anno siamo alla settima edizione del Festival di Teatri di Vetro e la mostra tenutasi nella giornata del 12 aprile presso Aspecifico atelier Myriam B in Via degli Ausoni 7, intitolata The Eye of the Beholder, vuole celebrare il settimo anno di vita di questo ambizioso progetto.

L’esposizione mostra sette fotografie di scena accuratamente scelte da Eva Tomei, scattate nell’arco di questi sette anni, all’interno di diversi spettacoli. Durante l’inaugurazione la fotografa ha illustrato brevemente le linee che l’hanno orientata nella scelta tra il vasto numero di fotografie di Enea Tomei, Federico Ridolfi, Giuseppe Distefano e Paolo Porto.

Ciò che ha guidato Eva Tomei è stata la ricerca di una coerenza estetica tra le varie immagini, la volontà di instaurare una comunicazione tra loro, e la determinazione a dare un equilibrio all’intera composizione:

‹‹Ho scelto queste foto cercando una coerenza estetica all’interno del lavoro dei fotografi che vi sottoponiamo. Ogni fotografo imprime nel proprio lavoro uno stile, la sua personalità, ne ho cercato i tratti che potessero entrare in comunicazione con quelli degli altri perché ci fosse un’armonia generale. Ritengo che questo possa meglio raccontare 7 anni di festival, in cui il lavoro di ricerca estetica sul contemporaneo è stati pure teso a trovare un linguaggio armonico nel suo insieme e coerente con i contenuti››.

Le sette fotografie ci illustrano frammenti di sette spettacoli diversi fotografati per Teatri di Vetro: Il profumo del pane (2011) di Daniele Spanò e Family Tree  (2012) di Chiara Bersani, fotografati da Enea Tomei, Eresia Bianca (2012) di Federico Bomba fotografato da Federico Ridolfi, Educazione fisica (2011) di Sabino Civilleri e Un altro Caldèron (2007) di Roberta Nicolai fotografati da Giuseppe Distefano, Opheleia (2010) di Alessandra Cristiani e Crudo (2010) di Stefano Taiuti fotografati da Paolo Porto. Osservando queste immagini ci viene offerto il punto di vista con cui i fotografi hanno colto lo spettacolo, dandocene una interpretazione personale attraverso i loro scatti.

Il fotografo di scena ha la possibilità di raccontarci uno spettacolo fermando su carta singole scene, sequenze fisse che ci permettono di soffermare lo sguardo su dettagli, espressioni, gesti che nello performance dal vivo inevitabilmente ci sfuggono. In questo modo possiamo entrare dentro l’anima dell’opera e dei performer, compiendo un viaggio emozionale diverso rispetto a quello che lo spettacolo dal vivo ci consente.

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Redazione

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