Roma Fringe Festival | Ana Margineanu, Wild Child in the City

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Regia Ana Margineanu
Con Tjasa Ferme
Fringe Festival, 27 giugno 2015
Parco Adriano, Castel Sant’Angelo

 

Fuori programma dal Fringe Festival di Roma, è andato in scena lo spettacolo Wild Child in the City, che insieme a Tisarana, costituiva l’omaggio del Festival alla scena americana contemporanea.

Lo spettacolo Wild Child in the City propone al pubblico italiano un’esperienza totale, frutto delle innovazioni dell’entertainment technology anglo-americana. Si tratta di una commedia dalla strana coesistenza del tradizionale teatro dell’assurdo, strategie che richiedono la collaborazione del pubblico (Immersive Theatre) e un gran dispiegamento di mezzi visuali, come videomapping, visual set e alternanza di soundscape, che dovrebbero costruire scene ad hoc in cui far interagire un pubblico, in verità abbastanza refrattario.

Viene ricostruita l’atmosfera newyorkese in cui si vede giocare un’esilarante commedia al femminile, che mette a nudo la vita nella metropoli, pronta a trasformarsi in avventura appena la protagonista piomba nelle vite degli altri con la ricerca disperata di un appartamento. La ricerca si svolge in un susseguirsi di 10 episodi, dove il sogno voyeurista della “Finestra sul cortile” viene sabotato con la caduta completa di ogni separazione tra palco e pubblico, vita privata e spazio pubblico. Così visitiamo 25 appartamenti, mentre l’attrice tiene insieme le fila dell’improvvisazione e ci mostra come è semplice dislocare le nostre vite a New York, tanto ne siamo già potenziali abitanti. La metropoli sa già come integrarci in una narrazione coerente.

Fino al 3 luglio continua ancora per qualche giorno il programma Scena Romana, che sembra rappresentare sempre più il rifugio della qualità nel teatro off italiano in scena al Fringe, nonostante questa edizione apra i cancelli grazie a un nuovo sponsor, ROMEXPO, un’entità nata “un po’ per caso”, quando “le delegazioni estere, in arrivo per l’Expo di Milano, chiedevano alle rappresentanze diplomatiche di poter arricchire con incontri d’affari la visita romana che desideravano effettuare. Alcune di queste ambasciate hanno chiesto di predisporre un apposito sistema di accoglienza. Il risultato è che le delegazioni in arrivo potranno ottenere B&B altamente specializzati attraverso la compilazione di un formulario, con oltre 100 key words, che un algoritmo apposito interfaccerà con i business profile delle aziende che hanno già aderito.”. Così descrive l’impresa Armando Soldaini, CEO di Romexpo, sul sito internet del gruppo.

Non è chiaro se la fondazione ROMEXPO sostenga il festival nella logistica, con l’esperienza maturata accogliendo delegazioni straniere, o se invece sia il festival ad accogliere le linee politiche della fondazione, per cui l’arte è applicazione di conoscenze tecnologiche ed è capace di mostrare i benefici dei cambiamenti. In ogni caso i biglietti al pubblico costano poco e la turnazione di nove spettacoli a sera, intorno al mastodontico Castel Sant’Angelo, lascia le platee discretamente vuote.

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Autore

Mariaenrica Giannuzzi

Mariaenrica Giannuzzi (1989) è nata in Puglia e vive a Roma. Laureata in filosofia alla Sapienza sull’idea di storia naturale nella poesia di Paul Celan, la sua ricerca comprende l’uso politico delle scienze, le teorie della biodiveristà e il pensiero femminista (Iaph – Italia). Ama viaggiare per le isole, camminare nei boschi e arrampicarsi.

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