Ricetta-Pensiero Film Novembre: IL PIANETA VERDE

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Regia Coline Serreau

Soggetto e Sceneggiatura Coline Serreau

Fotografia Robert Alazraki

Montaggio Eric Renault

Costumi Olivier Beriot

Trucco Natalie Tissier

Musiche Coline Serreau

Effetti Speciali Medialab

Interpreti Coline Serreau, James Thiérrée, Vincent Lindon, Samuel Tasinaje, Marion Cotillard

Produzione / Distribuzione Alain Sarde – Les Films Sarde

Anno 1996

Durata 99′

Come prendersi in giro da soli. Questa l’operazione compiuta dalla regista de Il pianeta verde, una visione cinica e parodistica dei moderni (datati di 15 anni ma mai modificatisi) meccanismi che dominano la società “umana”. L’occhio di una donna che guarda da fuori gli automatismi umani deridendoli, immaginando una società la cui estrema evoluzione è il ritorno alla sua origine. Un interessante visione in cui l’umanità segue uno sviluppo circolare, in cui la felicità è un ritorno al punto zero, con la consapevolezza di secoli di degenerazione sulle spalle. Dalla natura al profitto per tornare alla natura.

Sognare ad occhi aperti il mondo dove vorremmo vivere, ambientarlo su un altro pianeta e mandare in spedizione sulla sconosciuta terra un suo abitante. Se volete guardarvi dal di fuori, ridere di voi stessi e dare una scossa a quelli che nella vostra vita avete adottato come pilastri nel campo delle dinamiche comportamentali, questo film sarà una piccola perla che vi catapulterà fuori da voi stessi.

Nell’universo v’è un pianeta, dove macchine e monete appartengono all’archeologia e quel che si fa è vivere a contatto con la terra, riscoprendo l’armonia fra uomo e uomo, e uomo e natura. In occasione di una riunione globale, gli abitanti di queste splendide vallate si riuniscono tra loro, arrivando con asini e cavalli, in una splendida sequenza che mostra una variegata comunità che serenamente condivide i prodotti del proprio lavoro agricolo. Pensando alla situazione presente sugli altri pianeti, sarà Mila ad andare sulla Terra a osservare la situazione attuale. Arrivata in loco, Mila soggiornerà presso una famiglia parigina, dando luogo a divertenti sketch dovuti alle divergenze culturali.

Riprendendo il fantasy e la fantascienza degli anni ’80, il film di Coline Serreau si serve dello strumento comico per sfornare una critica sociale che nel 1996 ha già presente quali sono i pilastri verso cui lo sviluppo globale si muove sempre più, sfruttando e inquinando in nome del “dio” del consumo.

La prospettiva è quella di una teoria anti-globalizzante contro il sistema neo-liberalista vigente, che muove i passi da teorici come Vandana Shiva e le sue riflessioni sull’autodeterminazione dei popoli indigeni e l’azione ecologista, anticipando di qualche anno la creazione di un movimento istituzionalizzato come quello successivo al WTO del 2000.

La Serreau sogna un impianto in cui l’uomo non è più inghiottito da un sistema superiore ma diviene del sistema l’unico centro. Una riflessione importante intrisa di comicità e poesia per un piccolo gioiello cinematografico.

 

 

 

 

 


 


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