QUANDO IL VUOTO SI FA OSSESSIONE

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Attraverso un passaggio su via Braccio da Montone si entra in una dimensione onirica totalizzante. L’opera di Diamond, street artist romano classe ‘77, occupa lo spazio dell’intera galleria: i muri, completamente dipinti, avvolgono l’osservatore, lo inglobano nell’intricata ricerca di un antidoto all’umano horror vacui.

Le immagini, dipinte interamente a mano, scoprono la loro corporeità e prendono forma come se fossero materia viva, in un gioco di opposizioni concettuali e figurative che nascondono diverse chiavi di lettura. Diamond simula l’istintiva reazione al vuoto ed esamina i possibili percorsi per trovare un elisir che riesca a contenere l’energia esplosiva che la paura spesso sprigiona: l’ossessione.

Il movimento vorticoso e apparentemente casuale, prodotto dall’accumulo di immagini, si affianca alla ricerca del dettaglio formale, atteggiamento duplice entro il quale l’artista si racconta. Così lo spazio circonda l’osservatore e da contenitore dell’arte si trasforma in arte stessa, che cerca di controllare l’irruenta invasione di forme, simboli e parole.

Muovendo rapidamente lo sguardo tra le pareti, è possibile entrare in contatto con una realtà caotica e aggrovigliata, che non lascia spazio neanche al respiro; solo se ci si sposta con lentezza da un angolo all’altro della stanza, saltano all’occhio i particolari nascosti e cresce il desiderio di districare quell’intreccio apparentemente disordinato.

Concetti contrapposti vengono espressi attraverso immagini e parole visibilmente in antitesi, e instaurano tra loro legami interdipendenti e a volte contraddittori. Ogni muro presenta figure uniche accanto a temi ricorrenti, che assumono diversi significati a seconda del contesto in cui vengono inseriti dall’artista: serpi, teschi e donne che sfogano la loro sensualità, associati di volta in volta ad alcune coppie di termini come true e sick o crazy diamond, in un violento incontro, il cui esito è lasciato al giudizio dell’osservatore.

Il passato da writer e il passaggio alla street art hanno consentito a Diamond di fondere disegno e parola e cercare nella loro unione una possibile evasione dal nulla, una fuga  dalla frenetica ripetizione delle forme.

In modo originale l’artista interpreta la limitatezza dello spazio entro il quale rappresentare questa serie potenzialmente infinita di immagini e lascia agli spettatori la possibilità di cogliere le opposizioni, grazie alla capacità di far coincidere l’eccesso e il vuoto nello stesso luogo e con lo stesso pennello.

HORROR VACUI

artista Diamond

galleria Laszlo Biro, dal 12 novembre al 3 dicembre

 

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