PRODE ANNA

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La chitarra, quella stessa chitarra suonata come fosse un pianoforte, appare troppo grande in confronto al minuto corpicino, mentre le mani la circuiscono in una cascata sonora di rara energia. Anna Calvi, cantautrice britannica di origini italiane, sorprende per potenza e prestanza vocale. Scoperta da Brian Eno (per lui è la nuova Patti Smith), lanciata da Rob Ellis (produttore di Scott Walker, PJ Harvey, Marianne Faithfull), e sostenuta nientemeno che da Nick Cave (inizialmente sotto l’ala protettiva dei Grinderman), la ventinovenne, nata a Londra da padre italiano, inizia la sua carriera con la pubblicazione del singolo Jezebel, cover di una canzone di Edith Piaf, da cui prende la passione insita nell’interpretazione. Lawrence Bell, presidente della Domino Records, le fa firmare un contratto con l’etichetta, preludio al suo primo album co-prodotto da Rob Ellis.

Appena entrata sul palco, con il suo cordiale e timido modo di parlare, che contrasta assai con il suo stile vocale (vicino più che altro alle madri dell’afro-rurale gospel and blues, soprattutto Nina Simone), si dà all’apertura strumentale con Riders To The Sea (che apre anche l’album). Atmosfera densa e già pregnante di voluminose emozioni. Robert Johnson e Django Reinhardt sono già in agguato in termini di paragone. Con No More Words lambisce PJ Harvey (ma anche e soprattutto Tim Buckley), senza assomigliarle troppo, sussurrando fiati teatralmente coinvolgenti. Poi va forte con il singolo Desire (tra Marie Fredriksson dei Roxette e Maria Callas), in un crescendo che lascia esterrefatti. Suzanne and I dispiega il suo canto all’interno di un arrangiamento più elaborato (forse l’unica acerbità di un disco quasi perfetto), mentre First We Kiss inizia latineggiando,  per poi aprirsi ad alte volute armoniche comprendenti gli archi. The Devil, posta in coda al concerto, è da brivido e lascia letteralmente senza fiato; ed è qui, più che mai, che le mani di Anna salpano magicamente, scandagliando le corde della chitarra, mentre una melodia alla Jeff Buckley si tinge di rosa e di rosso fuoco: “Wait for God, fall for me… Wait for love, fall for me… The devil, the devil will come”.

Blackout è sicuramente il brano più bello e complesso del disco, e Anna Calvi prosegue con quella sicurezza che sprigiona da tutto il corpo, apparentemente rigido, stabile, solido, come le sue immense doti vocali. La tastiera arricchisce il tono e la melodia di fantastiche pedalate fino ai confini del sogno e dell’immaginazione: “Blackout, now this moment has come. Here in the dark, I could be anywhere…”.

I’ll Be Your Man è una piccola pausa, seppur ammaliante, nel circuito sonoro e vocale  cristallizzato da questa magnifica interprete delle passioni focali.

Morning Light dà ancora più spazio all’atmosfera concepita nell’assonanza dei diversi strumenti, tra i quali predomina l’armonica della polistrumentista che suona anche tastiera, batteria, maracas e la affianca insieme con un percussionista.

Love Won’t Be Leaving chiude in splendore operistico. È nata una nuova stella che già brilla più che mai.

Screamadelica

presenta

ANNA CALVI

+ Francois & The Atlas Mountains

22 ottobre 2011, ore 22.30, Circolo degli Artisti, Via Casilina Vecchia, 42 – Roma

ROMAEUROPA FESTIVAL 2011

 

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