M.Garrone | Il racconto dei racconti

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poster Il racconto dei racconti, di M. Garrone, Ita/Fra/Uk 2015, 125′

Produzione Rai Cinema, Archimede, Le Pacte,

Recorded Picture Company

Distribuzione 01 Distribution

@ al cinema dal 14 maggio 2015

Liberamente ispirato a Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, raccolta di cinquanta fiabe in lingua napoletana scritte nel seicento, il nuovo film di Matteo Garrone Il Racconto dei racconti, narra la storia di tre regni in cui vivono Re, Regine, Principesse e Principi circondati da altrettanti maghi, streghe, lavandaie e artigiani. Il racconto ruota attorno a tre storie principali: Un Re (Toby Jones) che dà in sposa sua figlia (la rivelazione Bebe Cave) a un orribile orco, una Regina (Salma Hayek) ossessionata dal desiderio di avere un figlio e un Re libertino e vizioso (Vincent Cassel) che non immagina quello che lo aspetta.

Garrone trasforma i luoghi reali in veri e propri studi cinematografici e tiene molto alla credibilità delle immagini; lui stesso afferma di essere rimasto in Italia per Il racconto dei racconti proprio perché solo qui, avrebbe potuto avere la giusta ispirazione dai luoghi. Il regista sceglie di avvicinarsi al mondo di Basile perché nelle sue fiabe trova familiarità, quella commistione tra reale e fantastico che ha da sempre caratterizzato la sua ricerca artistica – si pensi a Reality (2012) una raffigurazione accurata della realtà attuale che però finisce nel grottesco e in cui a tratti i personaggi diventano veri e propri protagonisti di una fiaba. Fantasy magniloquente, poiché ricco di forme e quadri barocchi in movimento, Il racconto dei racconti è un’esplosione di colori e mondi incantati affiancati da una forte matrice partenopea: il circo, l’orco, i castelli, i labirinti, i mostri e le streghe fanno tutti parte infatti dei classici protagonisti delle favole. Garrone con questo esperimento mette sicuramente in risalto il suo passato da pittore, grazie anche alla collaborazione con il direttore della fotografia Peter Suschitzky; al contempo il regista romano lancia coraggiosamente una doppia sfida: una al pubblico e una alla critica, che lo aveva ammirato per il suo realismo singolare e che rimane sbalordito davanti a una scelta così audace di spingersi nel genere horror-fantasy.

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Garrone insieme agli sceneggiatori sceglie di rappresentare non eroi ed eroine, ma di affrontare quei sentimenti puri che spingono gli esseri umani a nutrire gli impulsi più primordiali, che nel racconto risalgono al 1600, ma che si mostrano come tormenti contemporanei – si pensi ad esempio al tema della chirurgia estetica e alla smania per la giovinezza.

Si può dire che il protagonista incontrastato del film, sia il corpo, quello giovane, quello vecchio e perfino quello di un insetto morto, che diventa l’attrazione di un Re. Molte delle creature fantastiche (come la pulce e il drago marino) sono state ricostruite in studio per permettere agli attori di calarsi appieno nel ruolo, ma anche per rendere il tutto più credibile. Anche se si possono cogliere delle similitudini con i suoi lavori precedenti – Garrone ha sempre raccontato delle fiabe contemporanee – qui il regista non è partito da una ricerca accurata d’istanti di verità, ma è partito dalla fantasia, dalla favola per poi arrivare, attraverso un lavoro di sottrazione, a un risultato realista.

Un horror-fantasy eccellente che non ha nulla da invidiare ad altri esempi di film di genere, come quelli inglesi o americani, e che nasce con l’ambizione di essere un film per il pubblico, di tutte le età, ma che soprattutto incuriosirà la gente a leggere il libro e a scoprire il suo autore: Giambattista Basile. Ambientazioni fiabesche che nascono da un’ispirazione dei luoghi: Matteo Garrone porta un qualcosa di nuovo, perché il cinema è si quello impegnato, sentimentale, documentario e ragionato, ma è altresì quello che ci fa sognare.

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Autore

Laura Franzò

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