Intervista a Rori Palazzo

0

Rori Palazzo è nata a Palermo nel 1977. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti e Restauro Abadir di San Martino delle Scale, dove si è specializzata in restauro di materiale cartaceo. Il suo progetto artistico si concentra sulla fotografia come linguaggio espressivo, con cui crea immagini oniriche e vagamente surreali, descrittive del precario equilibrio tra sogno e realtà. Con la sua opera Dream#01 La mia casa (2011) è risultata vincitrice del Premio Comitato Scientifico di Federculture 2012.

Vai al sito di Rori Palazzo

Vai al report e reportage fotografico dell’inaugurazione della mostra Centro-Periferia 2012

Valentina Cucchiaroni: Qual è la sua formazione artistica? Come e quando nasce il desiderio di indagare la realtà attraverso la fotografia?

Rori Palazzo: Ho studiato all’Accademia Abadir di San Martino delle Scale, un’accademia di Arte e Restauro, e ho preso la specializzazione in Restauro di materiale cartaceo. Parallelamente, all’interno dell’accademia ho frequentato i corsi relativi ai linguaggi artistici contemporanei, scegliendo subito la fotografia come linguaggio espressivo. Non ho mai avuto dubbi o deviazioni di percorso, ogni cosa mi riportava alla fotografia. Credo che sia una questione di predestinazione, d’altronde il restauro della carta e la fotografia sono mondi molto affini…

V.C.: Lei nel suo blog afferma che “un viaggio comincia sempre dentro se stessi”. In che modo, secondo lei, la fotografia cattura stati d’animo, sogni e aspettative dell’uomo? Cosa regala in più, per esempio, rispetto al mezzo pittorico?

R.P.: L’arte, nella sua massima declinazione, è un’esigenza espressiva che viene da dentro, che rispecchia l’essenza dell’artista e dell’uomo. La fotografia nasce nel momento in cui in pittura si sviluppa l’impressionismo, in cui cioè viene fuori il desiderio di rappresentare la realtà colta nell’attimo stesso in cui si guarda. Proprio per questo dopo un primo momento in cui i pittori gridarono allo scandalo perché preoccupati che la fotografia potesse rubargli il mestiere, si resero conto di come invece potevano utilizzare la fotografia per cogliere particolari della realtà che potevano sfuggire alla percezione e all’attenzione visiva. Courbet usava le fotografie per trasporle in pittura, e da allora fino ad oggi tanti pittori hanno fatto la stessa cosa, sono due linguaggi strettamente legati tra loro.

V.C.: Potrebbe illustrarci la sua tecnica fotografica?

R.P.: Quello che amo della fotografia è che mi permette di riprodurre ciò che vedo, cioè il “mio modo di vedere le cose”, non solo con gli occhi quindi, ma anche con il cuore e con la mente. Per me fotografare non significa rappresentare la realtà, ma è un modo per andare oltre la realtà e per creare delle immagini che appartengono ad una sfera mentale, onirica.

La Fotografia ha bisogno della realtà per esistere, di oggetti, di soggetti. Partendo da dati reali, esistenti, io traduco in immagine i luoghi della mente, fuori da un tempo e da uno spazio determinati. Come in un sogno.

Colleziono storie di sogni e le traduco in immagini, ritraggo i soggetti all’interno dei loro sogni più ricorrenti, li rendo attori dei loro stessi sogni. E io ne sono la regista. Sappiamo che nel ricordo del sogno la mente aggiunge dei particolari per colmare i difetti di coesione del sogno: allo stesso modo io aggiungo elementi, legati anche al mio immaginario onirico, per rendere visibile l’esperienza onirica del soggetto ritratto. Non c’è rappresentazione didascalica o letterale del sogno, io parto da un incontro, dall’ascolto di un racconto, da cui si sviluppa un processo di empatia che culmina nella creazione di un vero e proprio set fotografico che poi diventerà immagine.

V.C.: Come giudica la sua esperienza con Federculture? Quali sono i suoi progetti futuri?

R.P.: La vittoria del concorso Centro/Periferia organizzato da Federculture è stata importantissima perché mi ha permesso di portare il mio progetto fuori da Palermo. Da quando Giulia Ingarao, direttore artistico del Centro d’Arte Piana dei colli, mi ha inserito tra gli artisti da proporre al concorso, ho percorso delle tappe molto importanti che mi hanno condotto a quest’ultima mostra dei vincitori al Palazzo delle Esposizioni di Roma. La mia opera è stata selezionata anche dalla giuria del concorso Como Contemporary Contest, in partnership con Federculture, per partecipare alla mostra dei finalisti del concorso CoCoCo, che si è svolta a Giugno in San Pietro in Atrio, Como.

Per il 2013 ho in progetto la partecipazione a due mostre collettive a Palermo, e una in Germania, per un progetto a cui tengo molto. 

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Valentina Cucchiaroni

Caporedattrice della sezione Arte di Nucleo Artzine, appassionata della scena artistica contemporanea, ha studiato filosofia teoretica alla Sapienza di Roma.

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi