Intervista a Ester Grossi

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Ester Grossi, giovane pittrice e illustratrice abruzzese, è una delle protagoniste più interessanti del panorama artistico italiano contemporaneo. Ha esposto le sue opere in Italia e all’estero in diverse personali, di cui l’ultima, Sottovetro, si è da poco conclusa.

 Benedetta Di MarzioQual’ è stata la tua formazione? Ci racconti il tuo iter nel mondo dell’arte?

Ester Grossi: Ho un percorso un po’ particolare. Mi sono formata presso un istituto d’arte di Avezzano, dove ho frequentato un corso di specializzazione nella moda. Successivamente a Bologna mi sono laureata presso il DAMS in “Cinema, Televisione e Produzione Multimediale”. All’ inizio il mio sogno era quello di occuparmi del restauro di film muti, o comunque restare nel settore cinematografico lavorando nell’organizzazione di festival ed eventi. Dopo la laurea, ho frequentato un breve corso di grafica pre-stampa, ma contemporaneamente ho cominciato a proporre i miei lavori pittorici in giro (utilizzando molto i social network) e a collaborare con musicisti e festival cinematografici come illustratrice. Fondamentalmente, anche se nel presente mi dedico soprattutto alla pittura e all’illustrazione, non ho mai abbandonato nessuna delle discipline “di formazione”. Collaboro con designer di moda e il cinema è sempre presente nel mio lavoro. Il mondo dell’arte va ben oltre i muri di una galleria. Ad essere sincera, l’unica cosa che mi manca veramente, sono le maratone di cinema muto! So di poter sembrare un po’ masochista.

B. D. M.: I tuoi quadri rivelano ( e forse nascondono!) un universo molto particolare, ricco di rimandi, contaminazioni, storie, studi sulla società. Il tutto sembra passare attraverso l’esposizione di oggetti e momenti del quotidiano. E soprattutto, attraverso volti e ritratti. La tua è una scelta precisa, oppure sono i “personaggi in cerca d’autore” che hanno scelto te  per rappresentarli?

E. G.: Chiaramente quello che faccio è frutto della mia personalità, del mio carattere. Sento il bisogno di partire dalla realtà ( non parlo soltanto della realtà “reale”, ma anche di quella virtuale o cinematografica) e, dato che la sento e la vedo sovraffollata di cose, persone, simboli (non tutti utili)  ho bisogno di semplificarla, stilizzandola e traducendola in forme e colori essenziali. Vorrei che restassero gli elementi che io considero emozionanti, inquietanti, grotteschi. La maggior parte delle mie tele nascono da progetti specifici. Credo che la realtà, per essere sintetizzata, vada prima studiata nella sua complessità. Lo stesso vale per i ritratti: per rappresentare con poche linee una persona bisogna comprendere quali sono le espressioni che la caratterizzano maggiormente.

B. D. M.: Hai esposto le tue opere in diverse città italiane e anche all’estero, per esempio a Parigi. Potresti fare una valutazione sullo stato attuale del mercato dell’arte?

E. G.: Questa domanda è molto complessa e non credo di avere abbastanza esperienza per poter valutare adeguatamente la situazione mondiale. Sicuro è che le gallerie italiane hanno una pressione fiscale non indifferente e ciò non aiuta la vendita delle opere  d’arte. Essendo l’IVA sulle opere molto alta (a differenza di tanti altri paesi europei), molti collezionisti italiani preferiscono comprare altrove.

B. D. M.: Quali sono i tuoi progetti per l’ immediato futuro?

E. G.: Vorrei lavorare e ampliare un progetto sulla Marsica (zona dell’Abruzzo dove sono nata), che presenterò il 25 ottobre presso il Museo della Permanente di Milano in occasione del Premio Cairo. Poi mi piacerebbe portare avanti un lavoro di collaborazione artistica con la poetessa Maria Concetta Petrollo Pagliarani, provando a giocare (attraverso il disegno) con le sue poesie.

 

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