Editoriale Aprile-Maggio | #cosebelle #cosebrutte

2

Editoriale Aprile-Maggio | #cosebelle #cosebrutte

Porta le chiavi della mia auto

Porta le chiavi della mia auto

Il guardare è un allenamento.

Lo sguardo va educato

L’attenzione va educata

La percezione anche

Così si forma la conoscenza estetica e l’osservazione partecipata che danno il piacere (o il dispiacere) emotivo e/o spirituale nell’osservare le cose.

Cose belle e cose brutte, dunque. Consiglio di guardare sempre entrambe.

Le belle per avere piacere. Le brutte per sapere cosa non si vuol più vedere.

Piazza Galeno

Piazza Galeno

Cose belle:

il concept store Scout di via Tomacelli;

la mostra conclusiva del Contest Aracne;

fiori e piante nelle case attorno a Villa Torlonia.

 

Cose brutte:

l’abbigliamento fascista;

l’allestimento del contest Aracne;

la manutenzione della bellezza a Roma.

Vestire bene ed avere un bell’arredamento è sempre stato ciò che ha contraddistinto questo nostro paese. I migliori stilisti e i migliori designer abitano dalle nostre parti. Per questo la recente apertura di Scout, negozio di abbigliamento nato a Bologna, che mette piede a Roma dopo anni di felice permanenza nelle città del Nord (Treste, Milano, Venezia ecc.) è una #bellacosa. Grazie al passaparola e alla qualità delle sue collezioni (e delle scelte delle case per gli accessori), amplierà a breve i suoi locali di via Tomacelli, giusto accanto al Ferrari Store (altro prodotto italiano da preferire, almeno per la collezione estiva, alla Lacoste, ancora ferma agli anni di Mats Wilander). Sostenere un abbigliamento il più possibile originale e giovanile, colorato e fantasioso, spero diminuisca la zona che mi piace battezzare costrizione estetica fascia. Riscontrabile nel vestiario, (immutabile dai già citati anni ’80 e di derivazione paninara), nei colori delle automobili, (il top del ridicolo in quell’antracite, tra opaco e satinato, che urla alle chiavi di esser rigato) e nello specchio degli occhiali da sole (ma fai bene a nascondere la vergogna e la paura dell’animo).

Altra #bellacosa (che porta con sè una #bruttacosa) è il contest Aracne. Lungo tutto l’anno, negli spazi del Lanificio e in collaborazione con Radio Rock tra gli altri, si è svolta una gara tra artisti di diverse discipline. Fotografia, pittura e scultura hanno trovato una casa dove poter essere viste e votate. Molti artisti hanno perso ma molti altri (anche tra i perdenti) hanno avuto la possibilità di ottenere altre mostre, interviste, servizi fotografici: la possibilità insomma di continuare a far vedere le loro cose, brutte e belle. Tutto ciò è una #bellacosa. La #bruttacosa è stato l’allestimento: caotico, disordinato e senza una vera e propria divisione per categoria, che avrebbe facilitato un’osservazione e un’analisi meno disturbate dalla cacofonia visiva. Martelive, attiva da anni per la promozione dell’arte emergente, questa cosa qua col tempo l’ha capita ed oggi la visione/percezione multipla è ben organizzata: si poteva far tesoro di questa nobile esperienza.

La terza #bruttacosa (quella che chiamo manutenzione della bellezza) va di pari passo con la terza #bellacosa: la vegetazione delle ville attorno a Villa Torlonia. Non esiste di fatto in questa città, un organismo che si occupi della salvaguardia, manutezione e valorizzazione del paesaggio. I privati, le ambasciate, persino un’istituzione pubblica come il Nucleo Antisofisticazione dei CC di via Musa, sono capaci di valorizzare piante e fiori e mantenere giardini spettacolari nelle loro dimore. Nel resto della città le moltitudini di pali snudati dai loro pannelli stradali, le recinzioni arrugginite e stanche e i lavori in corso tristi e pericolanti, piangono l’abbandono cui sono stati condannati per disattenzione.

Letterature Festival

Letterature Festival

ioNondimenticherei:

che in Piazza del Campidoglio, giusto accanto alla statua equestre di Marco Aurelio, filoso e scrittore oltre che imperatore (celebri i Dialoghi con te stesso) c’è Letterature Festival – XIII edizione, dedicata a Elias Canetti (Nobel per la letteratura). Suo il claim della manifestazione internazionale: ognuno, ma proprio ognuno, è il centro del mondo.

ioGuarderei:

  1. La pubblicità Crodino: quella sagoma di Owen Wilson è l’incarnazione del biondo che non impegna;
  2. IKEA: di martedì mattina é la città LEGO che da bambini abbiamo sempre desiderato abitare;
  3. Un giorno triste così felice: bella copertina del Dottor Socrates nell’anno dei mondiali in Brasile.

ioNonguarderei:

  1. Il video di Anastacia mentre si rotola nel deserto del Nevada;
  2. L’immondizia, specialmente a San Lorenzo;
  3. Le strade di sanpietrini deturpate da strisce d’asfalto senza nessun senso logico o estetico.

ioFotograferei:

  1. La mostra di Warhol;
  2. Qualsiasi concerto all’aperto dell’imminente stagione estiva:
  3. Le esposizioni nelle gallerie d’arte contemporanea ad ingresso gratuito.

ioRivedrei:

  • il Caffè Mori in piazza del Viminale.

 

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Enea Tomei

Enea Tomei, poeta. Mai laureato in filosofia del diritto, scrittore, attore, fotografo, critico con se stesso e delle arti che gli piacciono. Cura la sezione musicale del Festival della scena contemporanea Teatri di Vetro, è caporedattore foto della webzine Nucleo, scrive canzoni, suona e straparla nella band folk ‘n rock PHAKE. Autodidatta in tutto, anzi DIY (anche se il diplomino dell'accademia teatrale ce l'ha), non crede nella reincarnazione ma pratica il miracolo e la telepatia. Consiglia la psicoterapia. Ha mandato tutti e tutto a quel paese per ritrovarsi al punto da cui voleva partire più di vent'anni anni fa. Contento, sì ma più vecchio...

2 commenti

  1. Avatar
    Alessandro Zuccherofino il

    Io guarderei i concetti, ma non li vorrei rivedere in questa pessima forma scritta.

    • Enea Tomei

      A volte i concetti vengono guardati proprio perchè scritti (e quindi visualizzati, decifrati e compresi) in un certo modo. Decidere poi, eventualmente, se essere o non essere d’accordo con le idee. Che sia pessima, la forma scritta, è invece un’opinione come un’altra, perchè non esiste una forma in cui scrivere (ne esistono infinite ed esiste la possibilità di poter scegliere quella che ci piace). (R)esiste, infine, la grammatica, che la poesia e l’ironia possono decidere di sovvertire.

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi