Il laboratorio del genio | Bernini disegnatore

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Locandina Bernini

Titolo: Il laboratorio del genio. Bernini disegnatore

in collaborazione con il Museum der bildenden Künste di Lipsia

Luogo: Palazzo Barberini, Via delle Quattro Fontane, 13

fino al 24 maggio

Le mostre temporanee allestite a Palazzo Barberini meritano sempre di essere segnalate per almeno due ragioni: trattano sempre temi ben circoscritti, a volte quasi marginali, svolti con precisione e completezza; in secondo luogo lo spazio espositivo, limitato a cinque-sei sale, è sempre visitabile con comodità e in un tempo ragionevolmente breve che invoglia ad una sosta un po’ più prolungata su ogni pezzo esposto.

La mostra in corso, proveniente da Lipsia dove si è conclusa il 2 febbraio scorso, pur centrata su uno dei massimi artefici della Roma barocca, non è di quelle che attira il vasto pubblico. Tuttavia ha il pregio di mostrare un aspetto determinante della produzione di Gian Lorenzo Bernini: l’opera grafica, che è uno strumento per conoscere il metodo di lavoro di ogni artista di qualsiasi epoca. Il disegno rivela lo sviluppo di un’idea e la nascita di un progetto. Da pochi segni tracciati sulla carta, l’idea iniziale si trasforma ed evolve fino ad un progetto compiuto che, nel caso di Gian Lorenzo Bernini, si concretizza in una delle tante celebri opere che possiamo ammirare soprattutto a Roma.

Le 120 opere, per lo più disegni del Bernini – ma anche del suo collaboratore e antagonista Francesco Borromini, o di un altro grande architetto del tempo come Carlo Rainaldi – vogliono mostrare proprio quest’aspetto del lavoro dell’artista. In più l’eccezionalità dei prestiti ne fa una mostra degna d’attenzione: la maggioranza dei fogli presentati provengono dal Museum der bildenden Künste di Lipsia a cui vennero ceduti, alla metà degli anni Cinquanta del Novecento, dalla Biblioteca Comunale di quella città che a sua volta li aveva acquistati, nel 1714, dal mercante italiano Francesco Antonio Renzi. Originariamente una parte di questi disegni doveva appartenere alla regina Cristina di Svezia che ben conosceva Gian Lorenzo Bernini. Numerosi disegni in mostra provengono, invece, dalle collezioni reali del Castello di Windsor (quindi concesse da Sua Maestà la Regina Elisabetta II), ed anche dall’Albertina di Vienna, dall’Istituto Nazionale della Grafica e dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.

La mostra, divisa in sei sezioni, si apre con una serie di ritratti e autoritratti che Bernini disegnò lungo tutto l’arco della sua lunga vita. Soprattutto gli autoritratti permettono di apprezzare i particolari della trasformazione stilistica dovuta al passare degli anni ma soprattutto le qualità di disegnatore dell’artista. A detta dei suoi biografi, tra cui il figlio Domenico, Gian Lorenzo Bernini fu un disegnatore eccezionale fin da bambino. L’episodio per cui all’età di soli otto anni stupì il pontefice Paolo V Borghese disegnando all’impronta una testa di San Paolo, è probabilmente falsa, ma testimonia la reale facilità con cui ritraeva qualsiasi soggetto su carta con penna o matita.

. Tre sono gli esempi in tal senso che possiamo enucleare dall’esposizione di Palazzo Barberini: nella sezione “Cappelle, santi, angeli e altari” sono presentati quattro disegni con altrettanti Studi per il Daniele, tutti datati 1655, che mostrano lo sviluppo dell’idea per la realizzazione del gruppo scultoreo San Daniele e il leone della cappella Chigi nella chiesa di S. Maria del Popolo. Oppure le numerose testimonianze dell’evoluzione del progetto di realizzazione del baldacchino di San Pietro, che offre inoltre la possibilità di confronto con lo stile di Borromini, più preciso e ‘geometrico’. Il terzo esempio si riferisce ad un’opera mai realizzata, anche questa legata alla Basilica di San Pietro: Il 24 giugno 1641 venne inaugurata la nuova torre campanaria di San Pietro su disegno dello stesso Bernini, ma pochi giorni dopo venne abbattuta causa le lesioni dovute al cedimento delle fondazioni per una falda acquifera sottostante. Lo stesso Bernini si mise all’opera per realizzare una nuova torre: in mostra vi sono i disegni dei vari progetti e delle possibili varianti che presentò l’artista. La nuova torre non venne mai realizzata, ma dal punto di vista dell’ideazione e creazione artistica ciò può quasi essere un fatto marginale, e la mostra in questione vuole far risaltare, appunto, “Il laboratorio del genio” la cui fucina delle idee si presenta attraverso l’opera grafica che passo dopo passo segna la formazione e lo sviluppo dei tanti progetti dell’artista Gian Lorenzo Bernini.

La realizzazione della mostra è, come altre esibizioni temporanee allestite a Palazzo Barberini, alquanto semplice, quasi spartana, perchè affida interamente all’importanza e alla bellezza delle opere esposte il compito di rendere scenografica la mostra stessa.

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