Federico Morgante: Da sopra un biplano Caproni

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Dal 6 al 30 Aprile, Mondo Bizzarro Gallery ha ospitato le opere di un artista del ‘900, Federico Morgante, dal titolo Da Sopra un biplano Caproni, distogliendo lo sguardo, solo per un ospite d’eccezione, dall’arte contemporanea.

Artista: Federico Morgante

Titolo: Da sopra un biplano Caproni

Luogo: Mondo Bizzarro Gallery, Via Sicilia 251

dal 6 al 30 aprile 2013

In foto: Federico Morgante, Piazza del Popolo (1950), Olio e tempera su tela, 90×70 cm

L’opera d’arte, vista dall’alto di un biplano Caproni, diventa momento paideutico e sociale: la ricerca del Bello estetico è la via maestra per la liberazione dalla società capitalistica della produzione di massa e, al tempo stesso, la possibilità “utopistica” che un progetto umanitario possa partire dai colori caldi di una tela. Federico Morgante coglie questo aderendo al socialismo di William Morris: il recupero di una produzione autenticamente artigianale di arte in grado di combattere l’inutilità, la deperibilità, e la “copia” sempre eguale della produzione di massa; così l’artista diventa artigiano e promotore di una rinnovata fiducia nel lavoro non solo artistico, ma anche creativo, come possibilità “rivoluzionaria” di cambiare  l’ordine esistente, di contro-spingere alla deriva dei totalitarismi del Novecento.

La scelta di Morgante non solo di non aderire al conformismo delle avanguardie ma anche di  non sentirsi mai “artista” ma artigiano è una scelta tanto politica quanto estetica:  la quotidianeità,  il ritorno ad un linguaggio realista costituiscono lo sfondo di una critica sociale che,  soroprendentemente, nel  richiamare a motivi e a rappresentazioni “classiche” diventano espressione di una forte denuncia che rimane, tuttavia, sempre appesa al filo del poetico.

I ritratti della sorella Assunta, delle fabbriche, dei paesaggi rurali di San vito e della campagna romana fino alla serie di nature morte sono la chiara manifestazione di quel ritorno al formale, all’istituzionale che però riesce suggestivamente a  superare e sovvertire, quando lo sguardo, non solo percettivo ma soprattutto mentale, dell’osservatore riesce a coglierne l’elemento di eccedenza fantastica e incredibilmente progressista e destabillizante dell’ordine esistente.

Non possiamo, a questo punto, non essere d’accordo con la critica di Valeria Arnaldi, che, acutamente coglie il “movimento statico” delle sue rappresentazioni: « Se l’arte per natura cristallizza l’istante, condannandolo a morte nel momento stesso in cui per paradosso lo eterna, è l’osservatore nella vitalità del suo sguardo a farsi irrinunciabile componente di un pensiero-installazione, che dell’estetica puramente intesa fa estatico accompagno ».

L’istante è, perciò, un ossimoro dinamico e statico nello stesso tempo attraverso il quale Morgante allena lo sguardo dello spettatore a cogliere l’inconscio, l’impensato, la forza sociale ed educativa dell’arte.

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Autore

Ivan Altieri

Laureando presso la facoltà di Filosofia dell'Università la Sapienza di Roma, prosegue con passione i suoi studi in Estetica, confrontandosi con i problemi della contemporaneità sia in ambito filosofico che artistico.

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