Factory: il Festival della Creatività

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Dall’8 febbraio al 9 marzo, Il Macro Testaccio ospita Factory, il Festival della Creatività. L’evento vede esibire artisti under 35 – presentati da curatori altrettanto giovani- e dà la possibilità a tutte le forme culturali di mettersi in mostra: dall’arte al teatro, dal cinema alla musica.

Titolo: Factory, Festival della Creatività

Artisti: Mariantonietta Bagliato, Marco Belardinelli (Bellistrami), Olga Brandonisio, Rosa Catalano, Gianluca Cavallo, Michela De Mattei, Federica Di Carlo, Alfonso D’urso, Lorenza Fruci, Sandra Hauser, Francesco Liberti, Arianna Lodeserto, Daniela Lunardini, Anahi Mariotti, Omicron Ceti (Maria Linda Fusella, Elisabetta Patera), Lorenzo Palombini, Angela Pimpinella, Quiet Ensemble (Fabio Di Salvo, Bernardo Vercelli), Rita Santanatoglia, Giorgio Scarchilli, Serj (Marcello Plebani), Sonusloci, Valerio Spinelli, Stefano Tedeschi, Trama afonA – Lorenzo Scacchia, Fernanda Veron

Luogo: Ex Mattatoio di Testaccio – Piazza Orazio Giustiniani, 4

fino al 3 marzo ogni venerdì e domenica dalle 16.00 alle 22.00 e sabato dalle 18.00 alle 24.00Il Macro ancora una volta dimostra di essere il luogo più adatto ad accogliere l’arte contemporanea. In una città come Roma, dove spesso i nuovi linguaggi faticano ad emergere, l’integrazione tra antiche strutture convertite a nuova destinazione e manifestazioni contemporanee si rivela vincente.

Gli spazi dell’ex-mattatoio diventano una cornice preziosa per eventi come Factory, al punto tale che contenitore e contenuto non dominano uno sull’altro, ma piuttosto coesistono in armonia. Il Festival della Creatività, visitabile dall’8 febbraio al 3 marzo presso gli spazi de La Pelanda, vede esibire solo artisti under 35, presentati da curatori altrettanto giovani, entrambi selezionati attraverso un bando.

Il pubblico, passeggiando tra le vasche del vecchio mattatoio, potrà contemplare le varie opere, ognuna con una storia e una provenienza diverse: alcune pendono dall’alto, come gli spermatozoi di stoffa di Mariantonietta Bagliato (Una tragica commedia), mentre altre emergono dal terreno come i tubi di Michela De Mattei (Il Postmoderno). La “classica” bidimensionalità della tela di Gianluca Cavallo (L’albero) incontra l’installazione di Federica Di Carlo, che intreccia una scultura circolare con un fascio di luce (Stream of consciousness); sono presenti forme più sperimentali come la video-installazione di Sandra Hauser (Weißt du wie viel sternlein stehen?) o il concerto dei Quiet Ensemble, capaci di generare suoni usando la frutta come strumenti musicali (Natura Morta).

Oltre alla mostra, la manifestazione presenta un calendario ricco di attività collaterali; il programma è davvero ampio e prevede performance, concerti, proiezioni, eventi di teatro e di cinema. Si tratta di un festival davvero ricco e variegato, che dà ai giovani artisti la possibilità di esprimersi, ma che offre anche ai visitatori l’opportunità di fruire dei loro lavori, appropriandosi di uno spazio cittadino. Quello che ci si augura è che col tempo muti il target dei visitatori, dal momento che la sera dell’inaugurazione la maggior parte del pubblico era costituita da giovani, mentre negli openings delle grandi gallerie o delle istituzioni l’età media si alza bruscamente. L’arte istituzionalizzata riesce a coinvolgere un pubblico vario, per età, genere e carriera estetica, mentre la cultura emergente fa fatica ad imporsi, e, se indirizzata ai giovani, resta destinata solo a loro, espositori o visitatori che siano.

Quest’evento potrebbe rappresentare una buona possibilità per educare gli adulti; invertendo i ruoli, si concederebbe alle nuove generazioni la possibilità di istruire i grandi e di mostrar loro quello che accade nell’underground della cultura. Un confronto alla pari, per aprire nuove porte e arricchire la propria conoscenza. L’invito è dunque quello di andare assolutamente a visitare il Festival, coinvolgendo però un genitore, un professore o ancora il proprio datore di lavoro, in modo da sensibilizzare gli adulti e far emergere davvero questi giovani artisti.

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Autore

Carmen Capacchione

1 commento

  1. Pingback: Intervista a Rosa Catalano | Pensieri di cartapesta

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