ECCO COME NAPOLI BALLA IL SUO PENSIERO TRISTE

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Il secolo scorso a Buenos Aires i nostri emigrati, con la loro malinconia, hanno creato, insieme ai gauchos, il tango. È di Enrique Discepolo, figlio di emigrati napoletani e suonatore di bandoneon, una delle definizioni più belle e struggenti: il tango è una cosa triste che si balla. Se
non partiamo da qui, dalle origini, è difficile apprezzare Napoletango di Giancarlo Sepe.

Il musical latino-napoletano, come recita il sottotitolo, non è uno spettacolo di tango ma sul tango e racconta un’esistenza popolare specifica, quella delle viscere di Napoli. Ecco perché in scena ci sono tutti attori e solo due tangueri: il tango è nato in modo spontaneo, caratterizzato da momenti di improvvisazione basati sul solo ascolto della musica, e al regista partenopeo interessa coglierne il sentimento alla base, il cuore. Oltre che raccontare la napoletanità.

La struttura narrativa è molto semplice: Napoletango è il diario di una giornata di una famiglia napoletana allargata, quella di Concetta Incoronato, da quando va a letto fino a quando entra in scena. La famiglia Incoronato, nome che rende omaggio a Le bugie con le gambe lunghe di Eduardo De Filippo, è, infatti, una compagnia chiassosa e disordinata di artisti di strada, raccattati nei luoghi più disparati, che frequenta locali malfamati e feste di piazza, sognando di riuscire, un giorno, a portare uno spettacolo in un teatro vero.

Ed ecco che il tango diventa veicolo per raccontare il cuore di Napoli, un modo per dare vita ai sogni di un popolo disperato e dolente. Una vera e propria rivincita sul campo dei sentimenti. Le scelte sceniche di Giancarlo Sepe non potevano che essere conseguenza diretta di ciò: la messa in scena finale della famiglia Incoronato, a base di tandas, con tre tanghi e un intermezzo, porta su un palcoscenico coloratissimo una Napoli passionaria, resistente e sognatrice. Il teatro per immagini di Sepe, ritmato e carnale, si fonde con la musica, fino a far dilagare il tango dappertutto, con un abbraccio e una danza finale tra attori e spettatori.

NAPOLETANGO – Musical latino-napoletano

ideato e diretto da Giancarlo Sepe

con un tema originale di Luis Bacalov

con (in o.a.) Stefano Capitani, Elisabetta D’Acunzo, Susy Del Giudice, Sergio Di Paola, Cristina Donadio, Barbara Folchitto, Antonio Gargiulo, Elena Gigliotti, Daniele Grassetti, Barbara Manzato, Cristina Messere, Francesco Moraca, Pablo Moyano, Raffaele Musella, Matteo Nicoletta, Giorgio Pinto, Caterina Pontrandolfo, Marcela Szurkalo, Luca Trezza

scene e costumi Carlo De Marino

luci Umile Vainieri

aiuto regia Domenico De Santi

colonna sonora a cura di Harmonia Team

musiche originali Davide Mastrogiovanni

Dal 15 al 20 novembre 2011, ore 20,45 (domenica ore 17) – Teatro Eliseo, Roma

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