Davide D’Elia: Antivegetativa

0

L’ antivegetativa è un tipo di vernice usata soprattutto in campo nautico. Impedisce la crescita di alghe e di muffe sulle carene delle barche. Davide D’Elia la utilizza per realizzare il suo progetto, per dimostrare che benché il tempo scorra è possibile arrestare i processi naturali.

Titolo: Antivegetativa

Artista: Davide D’Elia

Luogo: Galleria Ex-elettrofonica, vicolo di sant’Onofrio 10, Roma

29 novembre 2013 – 30 gennaio 2014

Tutto cresce fino ad un certo punto. Fino al punto di luce. Al buio cresce ben poco, ma non di certo la creatività, il movimento, il pensiero buono, l’arte. L’ Ex-elettrofonica diventa un’opera d’arte grazie a Davide D’Elia. L’artista campano, infatti, immerge tutto l’ambiente nell’antivegetativa, un tipo di vernice molto particolare. E’ una pittura che protegge la superficie sulla quale si adagia, che la rende asettica, inattaccabile, sterile, intoccabile.

L’opera in realtà è formata anche da 19 tele di varie misure, una sedia e una boa. Una volta posizionato il tutto nello spazio espositivo D’Elia non fa altro che dipingere le superfici della galleria, il pavimento e le pareti fino a metà, lasciando qualcosa al di sopra della linea di pittura, qualcosa al di sotto, qualcosa per metà fuori e per metà dentro.

Si ha proprio la sensazione di trovarsi sott’acqua, una sensazione di sommerso, di avvolto. Sembra quasi un’apnea. Si percepisce che al di sotto della “linea antivegetativa” non v’è speranza per la vita viva. Solo ciò che è al di sopra ce la può fare. Si è davanti ad un orizzonte che non è niente altro che l’inizio di qualcosa e non per forza la fine. Qui non siamo a Truman Show.

Il progetto sfida il normale corso della vita, il tempo che scorre e che tutto consuma. Qui i processi naturali vengono arrestati, vengono tenuti in ostaggio e imbalsamati. E la sedia e la boa non sono altro che due emblemi: la staticità, dove il tempo si ferma; il limite da non oltrepassare, lo spazio vitale che ci tiene al sicuro.

C’è sempre un confine, un limite da superare o da non varcare, soltanto per sapere fin dove si può arrivare.

Antivegetiva in realtà è la naturale continuazione di un precedente progetto di D’Elia. Precedente e completamente opposto a questo, ma forse complementare allo stesso tempo:

infatti nell’altra installazione l’artista aveva sottolineato il passare del tempo, e la forza vitale della natura, attraverso la crescita di muffe in alcune parti della galleria grazie ad agenti chimici e temperature controllate.

Questa volta blocca tutto, rendendo estremamente vulnerabile l’opera d’arte in sé, ma tuttavia riuscendo a dimostrare che ciò che resta al di sotto della vernice ha comunque una storia da poter raccontare, perché per quanto le cose si possano coprire nulla è realmente cancellabile.

E il tempo lascia le sue impronte in calce.

 

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi