Conversazione | il garage rock dei Nehan

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Conversazione con la band Nehan, formata dai componenti del duo elettronico Fougere, e dal polistrumentista Mattia Schroeder, in occasione del live al Circolo Dal Verme del 5 febbraio scorso.

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Come vi siete formati e da quali esigenze espressive?

Mattia: Siamo amici da qualche tempo e ci siamo formati in seguito all’esigenza di sganciarci da sintetizzatori e da altre “macchine di suono”, in favore di un sound improntato sul nucleo chitarra, basso, batteria.

Dario: Amiamo molti generi musicali, dalla techno, all’elettronica di matrice più sperimentale, ma ci piacciono anche gruppi come i Nirvana… Nehan nasce da questa molteplicità di interessi.

Cosa vuol dire per un musicista elettronico imbracciare una chitarra o un basso? Esiste secondo voi una modalità “elettronica” per approcciarsi allo strumento? Il pensiero elettronico conduce ad una riflessione più accurata sui timbri?

Ivan: In realtà il nostro è un tornare alle origini, anche se l’elettronica la cercavamo anche prima magari a livello inconscio. Si siamo particolarmente attenti al timbro: per esempio nelle nostre canzoni può capitare che il basso si spinga a registri piuttosto acuti, suonando un incipit melodico o il tema principale e la chitarra si muova nelle regioni più gravi dello strumento facendo da tessuto ritmico. È chiaro che ad esempio nel dialogo fra basso e batteria può capitare di avere in testa le suddivisioni dello step sequencer, la musica elettronica forse ti rende più “quadrato”.

Mattia: io riesco di meno a scindere le due tipologie di approccio, mantenendo però una forte vena d’ improvvisazione che è anche una delle peculiarità del mio progetto solista.

Dario: l’elettronica ti costringe a lavorare in griglia e quindi ad utilizzare artifici per recuperare un certo “feeling esecutivo” che per esempio una batteria programmata non avrebbe. In un progetto come Nehan, dove tutte le parti sono suonate live, queste problematiche non si presentano.

Quali sono i vostri progetti futuri? Vorreste arricchire la dimensione musicale della band con sonorità elettroniche?

Ivan: assolutamente, in realtà è quello che mi piacerebbe fare.

Dario: i due approcci presentano senza dubbio delle differenze. Il suono dei Fougere nasce da processi di editing e di accurata lavorazione sui samples, il suono dei Nehan nasce da una modalità esecutiva più legata all’improvvisazione: la fusione dei due approcci è sicuramente un percorso interessante.

Mattia: si, credo che integreremo alcuni momenti musicali con parti elettroniche. Per quanto riguarda i progetti futuri, abbiamo intenzione di pubblicare in un futuro prossimo il nostro album d’esordio.

Links ufficiali

Nehan

Fougere

Mattia Schroeder

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Autore

Paolo Gatti

Musicista e ricercatore, da sempre interessato al binomio Musica - Tecnologia. E’ laureato in Ingegneria con Master in Ingegneria del Suono e diplomato in Musica Elettronica.

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