Come un Tuono

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Dopo il semplice ma efficace Blue valentine, Derek Cianfrance porta sullo schermo la sua personale epopea poliziesca con Ryan Gosling e Bradley Cooper.

The Place Beyond The Pines (o.t.), di Derek Cianfrance, Usa 2013, 140′

in uscita nelle sale cinematografiche il 4 aprile

Sceneggiatura: Derek Cianfrance, Ben Coccio, Darius Marder

Soggetto: Derek Cianfrance

Montaggio: Jim Helton, Ron Patane

Fotografia: Sean Bobbit

Musiche: Mike Patton

Produzione: Lynette Howell, Sidney Kimmel, Alex Orlovsky, Jamie Patricof

Distribuzione: Lucky Red

Interpreti: Ryan Gosling (Luke), Bradley Cooper (Avery), Eva Mendes (Romina), Dane Dehaan (Jason), Emory Cohen (AJ), Ray Liotta (Deluca), Rose Byrne (Jennifer)

 

Un uomo cammina per le vie di un parco giochi. Lo vediamo di spalle mentre lentamente si avvicina al tendone dove tutti lo aspettano. E’ l’attrazione numero uno, Handsome Luke – Ryan Gosling, di nuovo come in Drive, gelido e biondissimo. Sale su una motocicletta, entra in una gigantesca sfera di metallo. L’esibizione dello Stunt-man è pericolosa ed è l’unico universo che egli è in grado di controllare. Di nuovo come in Drive, il veicolo diventa un estensione del corpo, un mezzo psicologico oltre che meccanico attraverso cui dare senso all’esistenza. Di nuovo come in Drive, una donna sconvolge l’equilibrio portandolo a una vita da fuorilegge con conseguenze ineluttabili che coinvolgeranno tutti i protagonisti.

Finiscono qui i paragoni tra le due opere anche se i richiami fra i due protagonisti sono tantissimi e quasi inevitabili. Quella di Gosling in Come un tuono è solo una delle pedine mosse da Derek Crianfrance in un racconto corale che si espande lentamente nel tempo. La volontà del regista, per sua stessa ammissione, è quella di creare un racconto che descriva in qualche modo la pesante eredità che si tramanda di padre in figlio, di generazione in generazione. La fotografia della famiglia felice con Luke e Romina davanti alla motocicletta con il piccolo Jason in braccio allora non è solo un McGuffin per donare drammaticità ad alcune sequenze, ma diventa piuttosto il filo conduttore che lega presente e passato. Lo schermo nero a metà film ci dice che sono passati 15 anni ma questo non basta per fare tabula rasa delle cose successe. Le ferite non si chiudono mai del tutto, complice un destino tragico che porta di nuovo i protagonisti ad un incontro-scontro da cui non potranno svincolarsi.

Un film ad ampio respiro, quello di Cianfrance che sceglie di non spingere l’acceleratore su una particolare estetica di genere. La dimensione da poliziesco è ridotta al minimo. Lo stile è secco e asciutto – la maggior parte delle sequenze di azione sono riprese da telecamere sul cruscotto di un auto per dare l’idea di assistere a una puntata di America’s wildest police chase. Cianfrance lascia da parte ogni morale cosìcché l’affresco temporale della storia di due generazioni si intrecci lasciando allo spettatore il compito di tirare le conclusioni. Cercare di giudicare Come Un Tuono per le sue singoli parti risulta oneroso e a tratti inutile. L’intreccio di eventi fa a meno di donare tonalità a particolari singoli temi che a volte sembrano solo accennati e in cui nessuno funge da fulcro portante della narrazione.

Film lunghissimo, che mette alla prova lo spettatore con inaspettati e numerosi cambi di rotta e con qualche punto morto. Si sarebbe potuto approfondire di più degli aspetti, il materiale presente bastava da solo a tirarci fuori una serie intera. Rimane gigantesco come mole, ma raffinato. Girato con una semplicità che non nasconde una certo talento da parte di Cianfrance. A chiudere il cerchio le prove attoriali di Gosling – ormai stella indiscussa del panorama odierno – e di Cooper sanciscono un’opera definitivamente riuscita. Chi si aspetta un trip visivo da secondo Drive forse ne resterà deluso. Chi ha amato i profondi intrecci sociologici, politici e polizieschi di The Shield lo troverà forse banale e superficiale. Chi saprà allargare lo sguardo a una visione di insieme troverà un’opera riuscita, non facile da coordinare, ma fluida e intrisa di un suo fascino malinconico e suadente.

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