Chorde 2014. Emptyset

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Foto di Luca Gandolfi

È spesso gradevole assistere a concerti e spettacoli dal vivo in luoghi raccolti e spirituali come gli edifici adibiti al culto delle anime. La musica è cultura emotiva e intellettuale. Chorde ha dato alla Roma della grande bruttezza, degli eventi massificati e del lunapark notturno, lezioni di raffinatezza.

Dove: Chiesa Metodista, Roma

Quando: 31 Gennaio 2014

Guarda: Emptyset

 

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Nello stesso giorno in cui trenta metri di mura medievali crollano a Volterra, qui a Roma Emptyset (James Ginzburg e Paul Purgas) innalzano architetture techno elettromagnetiche. I loro progetti ricercano le proprietà fisiche del suono, ereditando dai media analogici la struttura per riflettere sui confini percettivi tra rumore e musica. Una X proiettata prende vita dibattendosi sinuosoidamente (invenzione letterale analogica) sullo schermo. È un inizio al fulmicotone: disturbi industriali spianano il terreno a basse pulsazioni down tempo. La fattura del video è scuola Raster Noton: geometrie meta-psichedeliche intermittenti, con una ripetizione in crescendo di velocità e varietà del disegno in ogni segmento sonoro, stavolta in puro bianco e nero da televisore anni 70 con tanto di segnale d’antenna disturbato. Molto curata la narrazione video che procede per simboli, anelli etnici intrecciati, mentre l’onda elettronica scartavetra i cervelli, spargendo a tempo nebbia d’acciaio nelle orecchie. Noi siamo il pungiball e loro menano ganci e rovesci eletcronoise che sturano cerume mai conosciuto.

Curvi sulla consolle, smanettano fruste e cilici digitali neanche fossero i torturatori di Cristo (la chiesa ispira). ringhiano, sbattono, urlano dalle profondità degli abissi. Distillano sangue sonoro. Piccola pausa per riprendere fiato e arriva. Arriva Zeus, il dio tra gli dei che comanda col tuono imponente. Oppure la furia delle Erinni, o anche le invocazioni alla guerra di Achille dopo la morte di Patroclo. Spade, elmi e lance in combattimento. Guerra epica di suoni vs immagini, con un solo vincitore: la musica dal vivo. Tecnomitologia. Insieme lasciano il vuoto alle loro spalle.

Dice il poeta: Perché la chiesa metodista sì e la parrocchia sotto casa mia no?!

 

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Autore

Enea Tomei

Enea Tomei, poeta. Mai laureato in filosofia del diritto, scrittore, attore, fotografo, critico con se stesso e delle arti che gli piacciono. Cura la sezione musicale del Festival della scena contemporanea Teatri di Vetro, è caporedattore foto della webzine Nucleo, scrive canzoni, suona e straparla nella band folk ‘n rock PHAKE. Autodidatta in tutto, anzi DIY (anche se il diplomino dell'accademia teatrale ce l'ha), non crede nella reincarnazione ma pratica il miracolo e la telepatia. Consiglia la psicoterapia. Ha mandato tutti e tutto a quel paese per ritrovarsi al punto da cui voleva partire più di vent'anni anni fa. Contento, sì ma più vecchio...

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