BIG STUDIOS AGE – HOWARD HAWKS: SCARFACE

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Regia Howard Hawks

Soggetto dal romanzo “Scarface” di Arnitage Trail

Sceneggiatura Ben Hecht & Howard Hawks

Fotografia Lee Garmes & L.W. O’Connell

Scenografia Harry Oliver

Montaggio Edward Curtiss & Lewis Milestone

Cast Paul Muni, Ann Dvorak, Karen Morley, Osgood Perkins, C.Henry Gordon, George Raft, Boris Karloff

Produzione Howard Hughes (The Caddo Company – 1932)

Durata 92′

C’è la guerra di gang nella città di Chicago, e la polizia prende le misure per cercare di arrestare la dilagante criminalità. Tony Camonte (Scarface, interpretato da Paul Muni) è il boss che scala e invade la pletora gangsteristica. Guardia del corpo di Lou Costello, il ragazzo conserva il desiderio del dominio. La città è sua. Non per il detective Guarino che lo bracca sin dall’inizio della sua scalata nella malavita. Lo sfregiato ha un rapporto morboso e possessivo con la sorella, autodistruttivo con se stesso e manipolatorio con tutto ciò che gli ruota attorno, come il rapporto conflittuale con sua madre. Tony parte con il commercio della birra, usa la mano pesante quando ancora le acque sono chete, per poi farle esplodere quando l’ordine pubblico decide di non mantenere più le distanze, per forza di cose. Una serie di sparatorie e di conseguenti stragi si susseguono nel tempo, fino alla resa dei conti.

Per Howard Hawks, il gangster è il Dio del male, colui che si crede l’onnipotente spargendo sangue e ferite interne, perché totalmente privo del sentimento del perdono, ma non di quello del peccato. Egli si pente, capisce, ma non vuole cedere, e crede che la vittoria giusta sia quella del dominio sul più debole, ossia sul meno potente. Hawks esprime il proprio stile con un rigore, un’accuratezza scenografica, un dominio psicologico che hanno fatto scuola. Scarface è il gangster-movie per eccellenza, per tutta una serie di motivi contenutistici e formali. Hawks codifica i generi canonici del cinema americano con una maestria che non ha eguali all’interno dei Big Studios dell’epoca, anche se è nelle commedie che Hawks dimostra di possedere il vero e proprio piglio d’autore.

Scarface è un mito dannato, reso mastodontico poi da De Palma nel suo remake del 1983 con Al Pacino. Ma se Al Pacino è magniloquente e sopra le righe, Paul Muni è sibillino ed efficace quanto basta per consegnare un personaggio alla storia. Al di la dei singoli meriti dei due film (il primo un capolavoro, il secondo un buon film di gangster con un Al Pacino comunque superlativo), lo Scarface di Hawks è un film moderno ancora oggi, per l’armoniosa comunione di tutte le componenti filmiche. 

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