VERSO UN’ARTE BAROCCA. ROMA AL TEMPO DI CARAVAGGIO

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Nella mostra Roma al tempo di Caravaggio, allestita fino al 5 febbraio a Palazzo Venezia, la curatrice Rossella Vodret e lo scenografo teatrale Pier Luigi Pizzi si sono proposti di ricostruire, attraverso ben 140 quadri, la scena artistica romana tra l’Anno Santo del 1600 e il 1630. Non si tratta di una mostra su Caravaggio – infatti c’e un solo suo quadro allestito, a parte un Sant’Agostino di recente ma dubbia attribuzione – ma di un’ ampio sguardo su questo trentennio romano che prende in considerazione soprattutto tutti quegli artisti in passato rimasti in ombra rispetto al grande eroe pittorico lombardo.

L’allestimento è sontuoso. Lo scenografo teatrale Pizzi crea gli elementi per una rappresentazione fastosa che non solo esalta i singoli quadri, ma ricostruisce la loro collocazione originale. Le opere provenienti da luoghi pubblici sono istallate sopra degli altari e incorniciate da colonne in finto marmo.

Il filo conduttore della mostra si spiega nella prima stanza. Due quadri, stessa datazione, ca. 1604, e stesso soggetto, la Madonna di Loreto, dipinti dai due artisti più importanti del trentennio: Caravaggio e Carracci. I due artisti affrontano l’argomento in modo completamente diverso eppure condividono lo stesso obiettivo: superare l’artificialità del Manierismo e riprendere un modo di dipingere più vicino alla realtà oggettiva, ritenuto unico mezzo atto a rappresentare il nuovo mondo all’inizio del Seicento. Caravaggio lavora con un metodo empirico talmente veritiero da creare un naturalismo violento. La sua Madonna, bellissima, recante i tratti di una nota amante del pittore, si affaccia dalla Casa Santa, dall’architettura sbrecciata e dissestata, con suo figlio, un Gesù pesantissimo tra le braccia della madre e di cui anche noi involontariamente avvertiamo il carico. Caravaggio in primo piano ci confronta con i piedi dei pellegrini, gonfi, sporchi – veritieri. Girandoci verso l’altra parete ci troviamo invece davanti alla Madonna di Carracci e davanti al suo naturalismo che potremmo definire mansueto. L’artista bolognese ha perseguito una formazione accademica e si vede; la sua rappresentazione della Madonna vive di assialità e simmetria, con chiaro riferimento ad un classicismo di matrice raffaeliana. Carracci è più ordinato e “pulito” di Caravaggio, ma anche privo della sua drammaticità catturante.

La mostra a Palazzo Venezia gioca proprio su questi due atteggiamenti pittorici presenti a Roma negli anni che precedono il pontificato di Urbano VIII e preparano la strada per il barocco: classicismo carracciano da un lato, e naturalismo caravaggesco dall’altro. Le successive sale dimostrano, con opere di numerosi contemporanei e successori di Caravaggio (Guercino, Lanfranco, Orazio) e Carracci (Guido Reni, Domenichino), ma anche con i grandi favoriti dalle committenze papali, Cavalier d’Arpino e Baglione, le diverse reazioni alla proposta dei due grandi maestri.

Entrambi gli atteggiamenti pittorici convivono nell’opera Susanna e i Vecchioni di Artemisia Gentileschi, che da un lato riprende un forte rigore accademico – per esempio nella composizione diagonale – e dall’altro la drammaticità caravaggesca. Susanna, nuda e bellissima, si ripara inutilmente dagli sguardi avidi dei vecchioni ed è vittima pallida e indifesa, esprimendo, allo stesso tempo, una forte carica erotica. Gli artisti a Roma al tempo di Caravaggio hanno imparato e assimilato la lezione dei loro maestri e fanno arteviva”, essi sono capaci di tradurre in pittura la propria visione che cerca di avvicinarsi il più possibile alla realtà più oggettiva.

ROMA AL TEMPO DI CARAVAGGIO

Palazzo Venezia, via del Plebiscito 118

16 novembre – 5 febbraio

Orario di apertura mostra: Tutti i giorni 10,00 -19,00 lunedì chiuso.

ideazione e cura scientifica: Rossella Vodret

progetto scenografico: Pier Luigi Pizzi

foto: Artemisia Gentileschi, Susanna e i Vecchioni, olio su tela, ca. 1610, 170 × 119 cm, Pommersfelden, Collezione Graf von Schönborn.

 

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    kristin dörrie il

    Hallo Anna,
    Dein Artikel über die Ausstellung Verso un´arte barocca…. hat mir sehr gefallen, ich habe viel gelernt!
    Nonna

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