Luigi Ghirri. Pensare per immagini

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«Vedere come se fosse la prima e l’ultima volta». Questo insegna Ghirri nello spazio del MAXXI, che si adatta molto bene allo sguardo particolare di questo maestro della fotografia.

Artista: Luigi Ghirri

Titolo: Luigi Ghirri. Pensare per immagini

Luogo: MAXXI –  Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Via Guido Reni, 4 a

fino al 27 ottobre 2013

In foto: Luigi Ghirri, Venezia, 1986.

Si direbbe una mostra per fotografi, o comunque per chi è un esperto del settore. Luigi Ghirri porta al MAXXI il suo viaggio antologico legato alla sua terra madre: L’Emilia Romagna.

E’ un percorso armonico, d’equilibrio nella composizione fotografica, come soltanto un maestro riesce a fare. Ciò non significa che siano fotogrammi vuoti o spogli, anzi, trasmettono un’intensità molto particolare. Davanti ad ogni ritratto scattato, prima dall’occhio e poi dalla macchina, si celano emozioni singolari, o singole, a seconda di chi osserva. È lo spettatore che a fine mostra riesce a comporre il proprio percorso, cercando similitudini e bellezze il più possibile vicine alla propria vita. E proprio di vita ci sta parlando Ghirri.

Partendo dalle icone, da quei luoghi e quegli oggetti che fanno parte del quotidiano e interagiscono con la vita che li circonda. Non guarderete più una semplice porta o un cartellone pubblicitario nello stesso modo. Si andrà a cercare, a trovare il significato proprio per ognuno. A tal proposito c’è un libro pieghevole dal titolo 0,250 km, fatto di pubblicità degli anni settanta: trovarcisi davanti fa venir voglia di compiere un viaggio temporale a ritroso, per poter catturare davvero la meraviglia e l’intuizione dell’evoluzione della società.

Ci sono paesaggi nelle foto, paesaggi di provincia, di quei luoghi che sono il punto di partenza dell’artista. Usa la fotografia come momento di osservazione per migliorare la percezione del mondo circostante. Fa del suo mestiere un atteggiamento, ciò che determina la profondità dello sguardo, rapportato al «banale quotidiano». Definire le posizioni è uno strumento di narrazione molto utilizzato da Ghirri, sia quando riprende gli esterni che gli interni. È proprio lì che il racconto si fa più intimo e ancor più introspettivo. Non a caso fotografa anche la propria casa. Poi ci sono delle polaroid dai colori eccezionali! Ci sono luci che tagliano il centro delle foto, come quella dal titolo Venezia, che sembra un quadro di Caravaggio vista l’intensità impossibile della provenienza della luce.

È un viaggio questa mostra, attraverso un’epoca ed il suo essere vivente, circondato da materia che di volta in volta viene rappresentata dall’occhio in modo diverso. Bisogna saper guardare con un nuovo sguardo, per cancellare la propria abitudine, per cancellare quell’influenza che ci si porta dentro per tutto ciò che già è stato visto e vissuto. Bisogna disorientarsi, creare quello spaesamento che permetta un nuovo orientamento spaziale. L’esempio lampante di tutto ciò sono le fotografie scattate all’Italia in miniatura, il guardarsi dal di fuori per percepire davvero.

D’altronde, come scrive Ghirri, «la fotografia è niente di antico sotto il sole», e ancora «è il vedere come fosse la prima e l’ultima volta».

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Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

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