Art in the lobby

0

Sebastiano Mauri e Matteo Guzzini sono i protagonisti di Art In The Lobby, in mostra negli spazi del foyer del Macro fino al 12 gennaio 2014.

Artisti:  Sebastiano Mauri, Matteo Guzzini

Titolo: Art in the lobby

Quando: dal 25 ottobre al 12 gennaio

Luogo: Macro Via Nizza, 138

 

Nella cornice elegante del Macro di via Nizza  c’è qualcosa che stona con il contesto: lo troviamo in un angolo, all’ingresso, e somiglia ad un distributore automatico dalla forma avveniristica.

Solo avvicinandoci scopriamo che è in realtà un jukebox.  Ma non un jukebox qualsiasi; al posto della selezione di cd, al suo interno, c’è una piccola statua della Madonna stagliata contro uno sfondo creato con i resti di una sfera da discoteca. Sul Jukebox compaiono otto tasti e una fessura per le monete: con un’offerta a piacere si possono ascoltare le musiche sacre di otto religioni diverse grazie all’istallazione che l’autore, Sebastiano Mauri, ha intitolato The God Machine.

Rivisitando il culto in chiave pop l’artista trasforma la diversità culturale in merce di consumo fruibile da chiunque, eliminando quell’aura di sacrale severità che accompagna di solito gli argomenti religiosi e indagandone piuttosto il rapporto con la modernità e il pubblico stesso, che si approccia all’istallazione con genuina curiosità e un pizzico di divertimento.
Non è da meno il lavoro di Matteo Guzzini, che propone un collage fotografico dal titolo African Heroes,  incentrato sulla popolazione kenyiota dei Samburu.
Il concetto di base è che non basta guardare ma bisogna vivere le culture lontane dalla nostra, ed è per questo motivo che le fotografie sono spontanee e non prevedono modelli statici o in posa. L’intento è quello di catturare i colori e il dinamismo dei soggetti che saltano, di spalle, stagliati contro un cielo nuvoloso e l’iconico sfondo della savana africana.

Risaltano immediatamente la vitalità dei colori e la brillantezza delle vesti che si agitano al vento, nonché la prospettiva assolutamente personale che sottolinea come il fotografo abbia abolito qualsiasi tipo di costruzione tecnica a favore di una documentazione visiva e partecipe, come se la macchina fotografica fosse un occhio affascinato dalla vita piuttosto che un oggetto senz’anima.

La fotografia infatti deve essere partecipazione e testimonianza alla vita e a ciò che di bello e peculiare ci offre in ogni angolo del mondo: è questo il messaggio che vuole diffondere l’artista, espresso in maniera pulita ed efficace grazie a un supporto in alluminio appeso ad una parete, in grado nonostante tutto-nella sua semplicità-di farci godere un pezzo di autentica Africa standocene comodamente immersi nella quiete di un museo.

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Redazione

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi